RadioDog
(if I can't dance, it's not my revolution)- racconti d'amore da terre resistenti
NACIó CON EL PELO ROJO
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Mariana non conosce Mariana.

Non si sono mai viste. Non parlano la stessa lingua.
Non camminano la stessa terra . Non si addormentano sotto le stesse stelle.

Mariana ha 7 anni.

Mariana ha occhi grandi e marroni e mani piccole e una camicia colorata.

Ha tre fratelli e una sorellina Mariana.

Gabriel e Morena giocano alle macchinine con un vecchio cartone di pepsi, di solito finché Morena non piange perché vorrebbe che Gabriel andasse più lento.
Il più grande dei suoi fratelli è morto appena due due mesi prima che Mariana entrasse nella mia vita. Gloria lo piange domenica, dopo la messa in Tzeltal, quando ha tempo perché non va’ nel campo. Davanti la porta di casa con la foto scolorita in mano e il vestito buono.

Il papà ha cercato di aggirare il cordone di militari che dal 1995, un anno dopo l’insurrezione zapatista in Chiapas hanno circondato le comunità , arrestando, incarcerando, facendo sparire 17.340 persone,  solo fra i casi denunciati ufficialmente, ma non ce l’ha fatta ad uscire dalla comunità per comprare le medicine.

Mariana aveva sette anni e quella sera aveva mangiato mais felice, come ogni sera.

Il più piccolo dei fratelli di Mariana invece è nato coi capelli rossi e nessuno sa perché.

Non piange mai.

Mariancita, come la chiama la mamma quando le chiede di lavare i panni e portare Morena a scuola mi chiama Compa Caballo ( compagno cavallo) perché la faccio saltare davanti casa sulle mie spalle, abbastanza forti per portarla ma ancora troppo piccole per sostenere la sua forza di zapatista di 7 anni.

Mariana ha ricevuto cinque pulcini per regalo . Pioveva e li ha messi in cucina vicino al fuoco.
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Mariana ha 70 anni . Sessanta in più di  Mariana.

Mariana ha occhi piccoli e stanchi e neri come la notte senza le luci dei distributori di metano e dei lampioni. Mariana ha trecce lunghe e profumate le dita che cercano qualcosa che non capisco.

Mariana non so quanti fratelli e sorelle abbia .

Non so con chi giocasse Mariana ma sono abbastanza sicuro che le piacesse stare sulle spalle di qualcuno.

Mariana alle 3 e mezza della notte sale sul camion insieme a due nipotini, uno lo tiene nella fascia viola attaccata alla schiena, o forse è la schiena che si aggrappa alla fascia e al bambino che ci dorme dentro; l’altro lo tiene per mano.

Nella fascia non piange mai il bambino.

Attaccato ai seni un sacco di 12 libbre di coca:

Medicina. Sapienza. Vita.

Mariana arriva che sono le 5 al grande mercato di La Paz.
Si fa strada fra la folla con la unica forza della santità,quella che sposta le persone che le passano accanto, la santità che solo la purezza di un povero può garantire insieme  alla condanna di essere responsabile con ogni suo gesto almeno per tre vite di quelle presenti

Mariana me lo dice perché è sola, sono io che glielo strappo fuori dalla bocca verde.

Suo figlio grande Reinaldo ha smesso di insozzare la polvere nella sua casetta di Coroico con la polvere della miniera di litio degli inglesi quasi un anno fa.

La miniera adesso non c’è più, l’hanno chiusa , il nuovo governo diceva non era sicura. Forse il telefonino che ha in mano Mariana le ricorda Reinaldo quando piove.

Mariana e Mariana non si conoscono e mai si conosceranno.

Mariana non sa perché Josè è nato coi capelli rossi e nemmeno Mariana riesce a farsene una ragione.

Penso che Mariana sarebbe molto birichina con Mariana e le tirerebbe le trecce e le ruberebbe la bombetta qualche volta.

Penso che Mariana le comprerebbe caramelle e la terrebbe per mano nel camion e al mercato.

e Mariana non piangerebbe mai.

 

Melquiades

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