RadioDog
(if I can't dance, it's not my revolution)- racconti d'amore da terre resistenti
C’è UN POSTO
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Venezuelan boy

 

“. . .Soy\  Soy lo que dejaron\
soy toda la sobra de lo que se robaron \Un pueblo escondido en la cima\
mi piel es de cuero por eso aguanta cualquier clima\Soy una fábrica de humo,
mano de obra campesina para tu consumo \Frente de frio en el medio del verano\el amor en los tiempos del cólera, mi hermano
. . .”

(Calle 13, LatinoAmerica)

 

Sono quello che hanno lasciato.

C’è un posto che è ,ciò che non è stato depredato.

C’è un posto che ha definito la sua cultura sulla base dell’alterità a quelli che l’hanno violentato.

C’è un posto dove quando stai mangiando ne offri un pezzo a chi ti sta accanto, in fila davanti ad un ministero di un governo corrotto per fare i documenti o per denunciare l’ennesimo esproprio di terre, su un colectivo sudato che sfreccia su e giù per i barrios o mentre ti lavi la faccia dopo una notte alla stazione degli autobus.

C’è un posto dove quando ci sono guerre altrove si è felici perché si ha il tempo di respirare.

C’è un posto dove ci sono molti posti , molte lingue e  molti popoli ma in un piccolissimo luogo chiamato Europa si racconta che in realtà il posto sia uno solo e ci sia un solo popolo, una sola cultura, una sola cucina e una sola lingua.

C’è un posto dove le donne sono tutte delle puttane perché quando c’è musica ti chiedono di ballare.

C’è un posto dove i poveri sono “de izquierda” e i ricchi “de derecha”.

C’è un posto dove a volte la rivoluzione la vedi passare e volte vince pure perché i poveri sono di più e i ricchi di meno.

C’è un posto dove populista non è un insulto ma è il nome di un partito politico argentino, eletto democraticamente, e nessun giornalista europeo scrive mai che è nato qui.

C’è un posto dove se dai da mangiare ai poveri sei un santo e se cerchi di capire perché hanno fame sei un comunista.

C’è un posto dove Ignacio, Dilma, Rafael, Evo, Hugo, Cristina,  Nestor, Fernando, Daniel. E poi Marcos, Emiliano, Che, Raul, Fidel, Sandino, Simon, Josè, Tupac.

C’è un posto che è povero perché un altro posto è ricco.

C’è un posto dove neoliberismo è una parola che conoscono anche gli analfabeti. (C’è un’altro posto dove nemmeno sanno che significa.)

C’è un posto dove gli americani sono gringos e gli europei yuma ma in generale tutti stronzi.

C’è un posto dove quando si va in piazza ci si prende sempre qualcosa.

C’è un posto che se lotti come minimo ti ammazzano un figlio e  devi pure offrire  da bere a tutti dopo.

C’è un posto dove col petrolio ci si costruiscono scuole, si da ad un ‘altro piccolo posto che ti da in cambio medici e ci si cura gratis milioni di poveri.

C’è un posto dove col petrolio ci si alimentano le macchine prodotte da schiavi nell’est, e poi quando finisce lo si va a prendere in tutto il mondo e si bombardano i paesi per pigliarselo e poi si scrive della renta petrolera venezuelana.

C’è un posto dove se ti imprigiona un dittatore fascista, subisci due golpe in 10 anni e ti fai rieleggere 7 volte sei un pericoloso tiranno.

C’è un posto dove pur avendo il ricordo di carceri, golpe, bombe, e il presente di sottosviluppo, privatizzazioni selvagge, paramilitari e minacce, se tocchi la mia sovranità te ne vai a fanculo, piuttosto muoio.

(C’è un altro posto dove non hanno nemmeno il coraggio di aprire bocca innanzi alla loro vecchia padrona bionda che gli piscia in testa e gli racconta che piove.)

C’è un posto dove non si permettono mai di giudicare il lavoro e la dignità degli altri posti lontani.

(C’è un posto che quando uno muore c’è gente che non sa cos’è un’ empanada e scrive articoli per spiegare ad altri coglioni quali sono i limiti e le contraddizioni di quello che è morto.)

C’è un posto dove per un politico prima c’è l’economia, poi l’educazione poi la salute e poi il modo in cui si parla in pubblico.

( C’è un altro posto dove prima c’è come parli in pubblico, poi come comunichi, poi come parli in pubblico e poi come comunichi).

C’è un posto dove c’è gente che muore ogni giorno solo per il gusto di provare ad essere DIGNA.

(C’è un posto dove  ” che romantico, ma questo è un altro posto”.)

C’è un posto dove:  il mercato contro il pubblico, il capitale contro il lavoro, le multinazinali contro l’ambiente,  le potenze contro la sovranità.

(C’è un posto dove …” il punto di vista di tutti, lo spred, la responsabilità e la stabilità.)

C’è un posto dove se sei un intellettuale c’è il 90% di possibilità tu sia stato torturato.

(C’è un posto dove Jovanotti e Benigni firmano appelli sui giornali a nome “intellettuali”.)

C’è un posto che,  impara a pulirti i piedi prima di entrare.

C’è un posto che se muore un uomo che controllava chi entrava se si puliva i piedi e come lo faceva, anche gli anarchici gli rendono omaggio.

C’è un posto dove quando muore un capo di stato, tutti i capi di stato sono al funerale e non gli sudano gli occhi, piangono davvero.

C’è un posto dove se guardi le foto ufficiali degli incontri stanno tutti ridendo.

C’è un posto dove se hai fatto il guerrigliero lo puoi mettere nel curriculum.

C’è un posto dove c’è un piccolo posto in mezzo al mare che combatte la prepotenza con la solidarietà.

C’è un posto dove i bambini non mangiano a pranzo ma ogni mese si manda un sacco di grano a questo piccolo posto per aiutarli a combattere la prepotenza.

C’è un posto dove il Condor non è solo un uccello.

Che la terra ti sia lieve Hugo Chavez Frias e un drappo rosso ti accarezzi.

C’è un posto che Perdona\ pero \nunca olvida.

Melquiades

 

 

 

 

 

 

 

 


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