RadioDog
(if I can't dance, it's not my revolution)- racconti d'amore da terre resistenti
Andrea s’è perso: Con 5 militanti senza mappa né profilo francese.
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Andrea ha gli occhi azzurri e ride.

Caldo oggi eh?”

” Io arrivo fino al ponte ragazzi, poi devo andare a prendere i figlioli e poi mettere qualcosa in tavola, comunque si, portate almeno un litro e mezzo d’acqua, su fa caldo”

” Una farmacia?”

” Il malox lo comprate 50 metri sopra il bar”

Dicevo, Andrea ha gli occhi azzurri e ride, “ Si parte, si torna insieme” sulla sua maglietta.

Niente di più scontato non fossimo nel paese dove se un poliziotto picchia e tocca una donna, la donna se l’è cercata. Nulla di più banale se non abitassimo  nell’Italia dove la separazione fra i tre poteri, quella della filastrocca che impari a scuola “esecutivo , legislativo , giudiziario” è vera come la centralità del luogo parlamento . Nulla di più ridicolo se lo stesso non-luogo a forma di stivale( o anfibio a discrezione di chi legge), in cui ci ritroviamo è lo stesso palcoscenico  dove i pm che durante le manifestazioni sono gia in cantiere con le tate in grembiule blu a  firmare restrizioni,fogli di via e  denuncie,  aspettano, come un tossico davanti la stazione, la dose pomeridiana da spararsi. Nella stanzetta, a luci soffuse regolate da mani esperte, taccuino e  filmati coi visi di tutt’Italia da visionare e godersi in solitaria con la perizia del vecchio consumatore che conosce tutti i migliori trucchetti per farsela salire meglio.

Nel giacobinismo erotico di una sinistra che ancora corre dietro alle gonne di  Berlusconi e alle mazzette dei pochi poteri forti che ancora non sono iscritti al Pd, nella nebbia di grilli radioattivi arrivati con 30 anni di ritardo  e 20 di abulia santorista-legalista al sogno della riconquista del potere in due fasi e inchiodati al divano dalla cirrosi invasiva di una società che non è stata nemmeno informata di essere stata ribattezzata come ” civile”, la lotta No-Tav si può autoqualificare come momento costituente oltre che come lotta fondamentale. Come momento di militanza  e non di testimonianza.

Nell’incubo orwelliano di giovani turchi in cravatta e senza la fionda, di rivoluzioni diventate civili  e di  governi di unità nazionali, il ” back to the roots“, coi fazzoletti rossi e bianchi , invece che con le bandiere giamaicane e gli Skatalites in sottofondo  è una trasfusione di sangue himalayano alla Amstrong.

Polenta, salsiccia e contropotere.

Maschere antigas, fazzoletti e scarponi e assemblee assieme all’umiltà e alla gioia per la produzione su scala, di vincoli di comunità che solo una battaglia per una società diversa oltre che per un treno, riesce a far deflagrare a catena intorno a un tavolo e ai saccoapelo di militanti che hanno smesso di giocare a “prendiamo il potere”  o a “trova Zinov’ev”.

” L’hai letta La nave dei folli? Ti cambia la visuale dopo! Ti si apre proprio la testa!”

” No non l’ho letta”

” Andate giù a sentire gli Assalti a Torino ragazzi, meritano, date retta!”

 Si. Andrea ha gli occhi azzurri e ride.

Non ha mai letto Foucault  mai è stato denunciato né manganellato anche se l’odore dei CS lo conosce già. Ha riso davanti alle truppe a guardia del cantiere ha violato zone rosse, scavalcato jersey e tagliato fili spinati, fatto esplodere  compressori e marmitte.

Ha danzato davanti al fuoco dei falò coi militanti di tutt’Italia e di mezza Europa, osservato la forza creatrice dell’antipotere non in un libro ma nel volto di chi lo ha preso in braccio e fatto saltare nel cielo grigio della via lattea di presidi e fiaccolate e benefit e cariche,  dove l’amore lo ha trasportato senza bisogno di esibire un lasciapassare né una carta di credito.

Sarà per i suoi 4 mesi di vita e i suoi occhi azzurri e non per una percentuale alle prossime elezioni o per un calcolo economico sulla spesa pubblica che ci saranno ancora macchinari che si suicideranno , denuncie, arresti, fogli di via, sfondamenti di zone rosse,  tenaglie, caroselli, polente, fazzoletti,  campeggi, e scarponi che saranno indossati in ogni strada e  che saranno tolti solo quando l’abominio del vostro vecchio mondo di bandiere sarà immerso nella gioia della rivolta.

Non serviranno mappe per camminare su quelle strade. Cammineremo  tutti insieme, e se saremo soli, beh saremo tranquilli e respireremo forte col solito sorriso beffardo stampato sulle labbra, avendo imparato che:

“La tranquillità è importante ma la libertà è tutto”.

Melquìades

 

 

 

 

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