Ecco finalmente l’attesissima prima ricetta dalla Palestina: i golosissimi qatayef! Si tratta di un dolce tipico del periodo di Ramadan. Possono essere ripieni al formaggio dolce o alla frutta secca. La mancanza di un dibattito aperto e plurale ha fatto sì che la scelta cadesse sulla seconda opzione. Il partito del formaggio dolce, per proporre l’alternativa, avrebbe quantomeno dovuto trovare del latte misto di pecore e capre palestinesi. Cosa che non è ancora avvenuta. Purtroppo…
Per farvi rivivere l’atmosfera del periodo tipico in cui si consumano i deliziosi fagottini dolci, vi proponiamo un contributo del Gemello Buono:
“Con l’inizio del Ramadan tutto è più lento e tranquillo. Di giorno la gente si riposa, i bambini giocano e verso il tardo pomeriggio la vita ritorna nel villaggio. Alcuni pastori continuano a fare i pastori senza bere, mangiare e fumare (anche se escono solo la mattina presto, non più tardi delle 9.30). A ore precise si ode la preghiera dagli altoparlanti della moschea. La notte, tra le 2.30 e le 3.30 tutto il villaggio si sveglia per l’ultimo pasto prima dell’inizio del digiuno del giorno successivo. Sono voci diurne in un ambiente notturno. In digiuno inizia alle 4 del mattino e finisce alle 7.53. Ogni giorno due minuti in meno.
La sera si mangia molto. C’è la cena sostanziosa, in cui bisogna stare attenti a non bere troppa acqua, altrimenti scoppia lo stomaco. Dopo un’oretta arrivano portate di dolci e di frutta. La notte, quando ci si sveglia l’utima volta per l’ultimo pasto si mangia dolce o salato, ma soprattutto si beve acqua, tè o succo di frutta.
La prima domanda di ogni conversazione inizia con: stai osservando il digiuno?
- Far sciogliere in una tazza d’acqua tiepida un cucchiaino di lievito fresco e lasciare riposare 5 minuti
- In una terrina mischiare 1,25 tazze di farina, 2 cucchiai di semola e un pizzico di sale
- Unire il lievito sciolto nell’acqua al resto del composto, aggiungere 1/2 cucchiaino di aroma di rosa e 5 cucchiai di latte di cocco (se non ce l’avete, non vi preoccupate, non sarà quest’ultimo ingrediente a sabotare i vostri qatayef, solo mancherà quel non-so-che responsabile dell’effetto mistico che di solito si prova al primo morso). Con una frusta sbattere bene il composto fino a quando sarà uniforme e senza grumi. Coprire con un panno la pastella così ottenuta e lasciarla riposare per 1 ora a temperatura ambiente.
- Nel frattempo preparare lo sciroppo in cui andranno intinti i nostri qatayef una volta ultimati. In un pentolino mettere 1,5 tazze d’acqua fredda. Mettere il pentolino sul fornello a fuoco medio. Aggiungere poco per volta, e mescolando, 1,5 tazze di zucchero. Continuare a mescolare per qualche minuto. Aggiungere 1 cucchiaino di succo di limone e far bollire lo sciroppo per 12 minuti a fuoco medio-basso, senza più mescolare. Aggiungere 1/2 cucchiaino di aroma di rosa e far bollire per altri 30 secondi. Togliere lo sciroppo dal fuoco e farlo raffreddare in un altro contenitore.
- Dato che la pastella dovrà riposare ancora un po’, preparare il ripieno dei qatayef. Tritare 150 g di noci e 40 g di nocciole (o mandorle). Aggiungere 1/2 cucchiaino di cannella e 1 cucchiaio di zuccero. Mescolare bene il tutto.
- Trascorsa 1 ora, la pastella dovrebbe presentare tante bollicine sulla superficie. Se queste non si fossero ancora formate, aspettare ulteriori 10-15 minuti.
- Una volta che la pastella è pronta si può procedere alla preparazione delle frittelle. Riscaldare a fuoco alto una padella antiaderente larga. Appena la padella è ustionante abbassare il fuoco e tenerlo a media intensità.
- Utilizzando un mestolo (o un misurino) grande più o meno 1/4 di tazza versare un po’ di pastella sulla padella formando dei dischi aventi il diametro di circa 10 cm.
- Cuocere la frittella solo da un lato, aspettando che il lato superiore della stessa sia completamente solido.
- Togliere la frittella dalla padella e metterla su un piatto largo, coperta da un panno. Continuare con lo stesso procedimento per tutte le frittelle e lasciarle, successivamente, intiepidire.
- Una volta ultimata la preparazione delle frittelle si possono riempire una ad una. Mettere 1 o 2 cucchiaini di ripieno nel mezzo della frittella e chiuderla a metà, formando una mezzaluna (la forma è quella della foto qui sopra). Premere energicamente sui bordi per chiudere bene il qatayef. Attenzione a non mettere troppo ripieno: il bordo dev’essere largo almeno 1 cm.
- Passiamo dunque alla frittura dei qatayef. In una padella dal bordo alto versare olio di semi in abbondanza, cioè quanto basta per immergerci per intero una delle nostre mezzalune dolci. Scaldare l’olio fino a fargli raggiungere la temperatura di frittura. Friggere i qatayef per qualche minuto (più o meno 5 minuti ciascuno), fino a quando non saranno dorati. Fargli asciugare su un piatto largo ricoperto di carta assorbente (o di carta del pane proletaria).
- Fintanto che i qatayef sono ancora caldi immergerli rapidamente ad uno ad uno nello sciroppo (ma occhio a non ustionarti le dita! Le bruciature da olio bollente sono abbastanza tignose. Tuttavia può essere un buon metodo per beffare la security del Ben Gurion, una volta che volessero controllare le tue impronte digitali). Lasciare a disposizione lo sciroppo per ulteriori immersioni per palati ingordi.
- Gustare i vostri fantastici qatayef pensando di essere in cima ad una collina ventilata di un paesaggio palestinese, appena dopo un tramonto di fine luglio.
Ma l’immortacci tua, anche tu con le ricette con le quantità a cucchiai, tazze e bicchieri. E’ da un pò che hanno inventato le unità di misure standard apposta maledetto!!!
Scherzi a parte grande ricetta!