RadioDog
(if I can't dance, it's not my revolution)- racconti d'amore da terre resistenti
Finanzia la parola ribelle. Sostieni Radiodog e vieni con noi a Lampedusa
Categories: Main

no-cie

 

“Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone” (da Italo Calvino, Le città Invisibili

 

 

Lo scorso 3 ottobre 386 donne, uomini e bambini sono stati uccisi nelle acque di Lampedusa.
Noi non pensiamo che 386 esseri umani abbiano “perso la vita”, “siano deceduti” o “affogati nel tentativo di raggiungere le nostre coste”, come non pensiamo che le migliaia di vite, di sogni e freddo che le hanno precedute trovando tombe senza nome nelle acque del Mediterraneo, circa 20.000 negli ultimi 25 anni, quando non hanno avuto la fortuna di incontrare prigionia e torture nei lager democratici, siano spiacevoli ma necessarie variabili di un grande e complesso fenomeno chiamato migrazione.
Noi non pensiamo che l’episodio di morte del 3 ottobre  a Lampedusa sia l’ultimo soltanto perché qualche telegiornale ne ha dato notizia e qualche politico ha recitato con ritardo ventennale il mantra del lutto.

Noi non pensiamo che le frontiere militarizzate dell’Europa creino solamente morti.

Gli effetti di un mondo-fortezza hanno conseguenze sulla vita di ognuno di noi.

Muri, motovedette, pattugliamenti e galere, così come le leggi che le affermano e legittimano, partoriscono gerarchie cancerogene fra chi ha un foglio di carta e chi no, fra rifugiati di serie “A” e “B” , fra cittadini europei e non-cittadini, arrivando  alla farsa della divisione fra stessi concittadini europei, controllati democraticamente nei loro spostamenti all’interno dell’Europa e catalogati, a seconda dello stato di provenienza, in “economici”, “produttivi”, “forza lavoro provvisoria”,  “altamente qualificati” o semplicemente “non graditi”, come nel caso di Romeni e Bulgari per la civile Germania.

 

Noi riguardo alle leggi che sostengono il diritto alla segregazione la  pensiamo come Don Milani:
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.”
Austerità, guerra ai deboli, privatizzazione, finanziarizzazione, repressione, controllo biopolitico e sfruttamento si intrecciano in quella che è diventata l’Europa del 2014: città invisibile ai margini del deserto che essa stessa ha creato.

Saremo a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio con associazioni, centri sociali, movimenti, organizzazioni e attivisti italiani, europei, mediorientali  e nordafricani per riscrivere dal basso un diritto che nessuna istituzione oggi riesce a garantire: La Carta di Lampedusa.
Un diritto che metta al primo posto l’uomo e che nasce dalle lotte contro i CIE, dalle organizzazioni autonome dei migranti nelle nostre metropoli, dalle occupazioni di case vuote mentre milioni non hanno un tetto, dalle lotte per il reddito, la dignità nel lavoro e contro lo schiavismo del caporalato, dalle iniziative di solidarietà e dalle pratiche di mutuo soccorso.
In un’ Europa che finanzia Frontex per sparare ai migranti a Melilla e ovunque siano a tiro , che spende miliardi per esternalizzare i dispositivi di repressione e controllo fino nei deserti libici, che arma l’esercito mentre le scuole cadono sulle teste di chi le frequenta, che costruisce treni veloci mentre i diritti  vanno a 10Km/h , quello che chiediamo a voi è di andare “in direzione ostinata e contraria”:venire con noi a Lampedusa a partecipare a questo patto costituente fra chi ha scelto il NO, come affermazione di un SI dignitoso alla vita e all’uomo.
Venite a raccontare con noi, a lottare con noi, guardare con noi e permetteterci di lasciare qualcosa a Lampedusa e di riportarvi indietro un po’ di quello che avremo incontrato.
Con un contributo libero a RADIODOG ( If I can’t dance is not my revolution- Racconti d’amore da terre resistenti) finanzierete le spesse di viaggio per la delegazione di Radiodog a Lampedusa, composta da 2/3 persone.

 

Scriveremo da Lampedusa aggiornamenti, articoli, racconti, filmeremo, fotograferemo, intervisteremo, incontreremo, come abbiamo fatto finora nelle terre in resistenza da cui vi abbiamo raccontato e salutato: dipingeremo rivolta.
Saremo onesti con voi. Finanzierete qualcosa  che non serve a nulla, perché non è serva di nessuna se resa Comune e liberata dall’IO e dalle logiche di profitto: la parola.

Dalla nostra: lotta, cuore, bellezza.

Non vi possiamo garantire altro. Le garanzie si danno in banca.

Continuiamo a preferire la bellezza alla rassegnazione, l’affidarsi invece che il delegare, l’insubordinazione all’ordine composto. La notte alla luce accecante in cui l’ingiustizia diventa legge:

” Questa è l’ora del male e del malvagio. Non si nascondono più, camminano alla luce del Sole e alla luce del Sole appestano e imputridiscono tutto ciò che toccano. Di notte no. La notte… la notte è nostra.” ( Sub. Ins. Marcos)

Buon viaggio a noi, e a voi se vorrete.

La Redazione di RadioDog

 

 

 

Comments are closed.