RadioDog
(if I can't dance, it's not my revolution)- racconti d'amore da terre resistenti
Paure e specchi
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Shem’a viene da Idlib, Siria. Ha 7 anni di vita, 4 di guerra, 2 da profuga.
Lei è in fuga dalla guerra e io in fuga dall’indifferenza. Ci incontriamo in una baracca nel nord del Libano.
A lei la guerra l’ha seguita fino a qui, tanto che ne porta un pezzo ancora nella schiena.

Vuole venire in Italia dentro i nostri zaini, le dico che è troppo grande ma se si raggomitola forse ci entra, le prendo le misure. Lei ride e quando ride fa sempre un gran baccano.

– Dov’è la tua famiglia?
– In Italia.
– Pensavo fosse ad Aleppo….dov’è l’Italia?
– È fuori dalla Siria…
– E dove???
– Sai dov’è l’europa?
– No. Ma com’è?
– Mmm…
– C’è l’esercito? I soldati? Ci sono gli aerei? E le bombe?
– No, non ci sono, non c’è la guerra…
– ……. e com’è allora?
– Per esempio come la Siria prima della guerra.
Non capisce cosa voglio dire, ma vuole arrivare in fondo a questa bizzarra spiegazione.
– Ma in Italia c’è la polizia?
– Sì, c’è…
– Beh, allora non ci vengo con te là!

Pensa che scappo dalla guerra anche io.
Come faccio a spiegarle che io non sono una profuga? Come faccio a spiegarle che lei lo è?
E a dirle che seppure riusccisse a venire in Italia, un giorno, per davvero, la accoglierebbero come un pericoloso invasore?

Non importa, vorrei solo che i tuoi occhi vedessero un posto senza guerra, che non riesci a ricordare.
“Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì : magari fossi una candela in mezzo al buio.”
Mahmoud Darwish

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