RadioDog
(if I can't dance, it's not my revolution)- racconti d'amore da terre resistenti
MARY POPPINS HA FINITO LO ZUCCHERO.
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repubblica

Qua allegato trovate l’articolo a cui Melquiades di RadioDog ha replicato con una mail inviata alla giornalista di D- la Repubblica. A cui la stessa a replicato con una breve mail che pubblichiamo qui sotto:

Rubrica Elasti
forse tra il superamento della forma stato, le strade polverose della bolivia bolivia, e il supponente sgomento, praticare un po’ di ironia e di autoironia le gioverebbe.

http://d.repubblica.it/argomenti/2013/01/29/news/elasti_non_solo_mamma-1481618/

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Buongiorno sono Giovanni Cattaruzza, italiota con baffi disordinati a cui piacciono le barbabietole e la crema pasticcera oltre che l’opera.
Vivo in Olanda a Leiden dove sto finendo la mia tesi di ricerca sul superamento della forma stato e il ruolo dei movimenti sociali, da 48 ore sono tornato dalla piccola Bolivia dove ho vissuto gli ultimi tre mesi intervistando toccando e andando a scuola nelle strade polverose e sudate.

Mi sono ritrovato stamane ad aprire D.di Repubblica con la mia fidanzata e a passare il tempo leggendo qualche sciocchezza con grafica eccellente nel sito del giornale per il quale anche Lei “scrive” a quanto pare.

Le confesso che all’iniziale ilarità nella lettura di D di Repubblica, si è sostituito improvvisamente un sentimento di sgomento per la leggerezza con la quale parole come “multinazionale”, “voto”, “guardarsi dentro”, vengono riferiti all’osceno esercizio del profitto, per il quale non penso un lettore necessiti di apprendere dalla sua penna mediocre sedute di autocoscienza o autoanalisi.

Voleva costruire un parallelo , una metafora fra la vita e la ginnastica dell’esame di coscienza annuale con la valutazione di quanto litio per uno smartphone avete inculato al Ghana nel 2012? Beh ma allora non c’è bisogno di fare il Freud su un giornale on-line , mi creda, è più dignitoso e interessante parlare in termini economici dei vostri bilanci perché, umanamente e psicoanalisticamente quanto la sua animuccia è cambiata e i suoi interessi e obiettivi sono stati appagati nel corso dei suoi anni di vita professionale all’interno di una corporation è un qualcosa che francamente offende non solo la mia intelligenza ma anche la mia dignità.

Di cosa si lamenta nell’articolo cara signora?

Non mi è chiaro se nella sua “confessione” a Don Bill Gates, la necessità di essere valutati si compone, dato che Lei è anche un’illuminata donna progressista , di un necessario desiderio di fermarsi, di sedersi e pensare alla propria vita e alle proprie scelte.

Si ritiene più sensibile cara Mrs Appraisal perché ha fatto un’operazione alla Mary Poppins trasformando il suo ruolo di cavalletta acritica nella catena di montaggio dello sfruttamento su scala globale valutata ogni maledetto anno, nell’occasione per fermarsi e pensare al proprio io?

Per concludere la prego di non scrivere mai più, che quando si ferma ogni anno, dopo essere stata valutata da due figuri di una multinazionale” si sente cambiata anche in meglio praticando l’autocritica e scoprendo a volte che quello è il “mondo migliore possibile”.

Non utilizzi l’espressione “mondo migliore possibile”.

L’ultima volta che ho letto ” mondo migliore possibile” l’ho letto sulla maglia sudata di un nonno zapatista, torturato deportato, umiliato, in Chiapas uno stato che per i suoi padroni, pardon, Chiefs Managers o come cazzo li chiamate, probabilmente significa solamente una “zona di mercato non in espansione”.

Quando hanno costretto lui, il nonno dico, e 140 fra donne e bambini a scappare senza scarpe e vivere senza cibo e un tetto sulle montagne messicane svegliandolo col mitra puntato alla gola una mattina di aprile anche lui forse ha pensato ” è già passato un anno dall’ultima volta”. E forse stava bevendo un caffè come lei , forse lo stesso caffè. Profumato, avvolgente. Quello che ogni giorno mescolate col sangue degli invisibili che lo tostano per Lei e per i suoi esimi colleghi.

A dire la verità, ” è gia passato un anno” forse lo pensano ogni aprile anche ad Acteal i nipoti delle donne incinte sventrate coi machete dai paramilitari pagati dalle multinazionali e del governo che tanto piace ai suoi padroni. Pardon, managers.

Mondo migliore possibile.
Per favore cara signora, non scherziamo.

. . .Mondo migliore possibile. . .

L’ho letto sulla maglia di chi, non ogni anno obbligato, ma ogni giorno si ferma e si siede a pensare, a guardarsi e a ripartire senza nulla a testa alta, perché la dignità di essere liberi , da un mondo che Lei cara signora costruisce ogni giorno da 15 anni sulle spalle di questa gente, è molto più potente della voglia di arrendersi.

Si domanda “che voto mi dai? “. Beh io non le do nemmeno il voto cara signora.
Le pagelle le avete rubate tutte e non so proprio dove scrivere.

Giovanni Cattaruzza.
pirata,
nome di battaglia Melquiades,

The Netherlands,

Mondo.

2 Comments to “MARY POPPINS HA FINITO LO ZUCCHERO.”

  1. Malko ha detto:

    Io non perdono e tocco, perché con questa penna vi uccido quando voglio.

  2. mario ha detto:

    siempre!